Relazione di Emma al convegno SPI a BG 2024
Buongiorno a tutti,
Lo SPORTELLO SOCIALE SPI-CGIL di Mantova è stato avviato nei primi mesi del 2017 in un contesto problematico.
All’inizio eravamo solo in 3 e ci siamo trovati subito di fronte ad una serie di sfide per noi nuove.
All’interno dello SPI c’era anche chi dubitava dell’efficacia del progetto.
Ma non ci siamo lasciati abbattere.
Abbiamo investito tempo ed energie per creare una rete di contatti con uffici e istituzioni, acquisendo sul campo, giorno dopo giorno, le competenze necessarie per offrire un aiuto concreto.
Nei primi tempi, con fatica, abbiamo attivato lo Sportello in tutte le nostre 6 sedi ministeriali mantovane e vedevano circa 20 persone al mese, prevalentemente di origine extracomunitaria.
Con il tempo la situazione è cambiata radicalmente, oggi assistiamo in media circa un centinaio di persone al mese tra Mantova e provincia e la maggior parte sono italiani, segno delle crescenti difficoltà economiche e sociali tra i nostri concittadini.
Ora stiamo lavorando per estendere il servizio a tutte le sedi dello SPI, puntando a coprire le 12 leghe e i 64 recapiti comunali della provincia di Mantova.
Oggi, qui a Bergamo, è presente un folto gruppo di Sportellisti, noi di Mantova e provincia siamo in 25, sempre pronti ad aiutare il prossimo.
Uno dei nostri primi strumenti di lavoro è stato il “QUADERNO DEI DIRITTI” interamente ideato e scritto da 2-3 persone, tra le quali, con grande piacere c’ero anch’io. Il QUADERNO era suddiviso in vari argomenti, che sono stati successivamente assemblati, trasformandosi in un manuale completo. È stato poi stampato in numerose copie, diventando una guida preziosa e di riferimento per tutti gli operatori.
Successivamente è arrivato uno dei periodi più difficili della storia dello SPORTELLO, IL COVID. Questa emergenza ha reso il nostro lavoro più impegnativo, ma nonostante tutto, abbiamo continuato a sostenere chi ne aveva bisogno, anche a distanza, utilizzando telefono ed e-mail. Abbiamo ascoltato con attenzione le problematiche, soprattutto degli anziani e delle persone più fragili. Tra le persone assistite, c’erano anche coloro che avevano ricevuto i verbali relativi alle esenzioni ticket.
Oggi le problematiche sono aumentate e ci siamo anche resi conto che la preparazione degli operatori non è ancora del tutto uniforme ed adeguata. Per questo ci impegniamo in una formazione continua, sia con corsi collettivi con il Regionale, che attraverso affiancamento individuale.
Una qualità importante per noi sportellisti è la SENSIBILITA’ ALL’ASCOLTO. Alcuni operatori sono più propensi all’utilizzo della tecnologia, ma è fondamentale bilanciare questa abilità con l’ascolto per garantire un servizio completo e di qualità.
Un enorme passo in avanti, è stata l’introduzione della CALCOLATRIE dei DIRITTI, uno strumento sempre in evoluzione che ci aiuta a calcolare in modo preciso e rapido le agevolazioni a cui le persone possono accedere.
Con questo strumento, basandoci sull’ISEE e su altri dati forniti dalla persona assistita, possiamo determinare i loro DIRITTI.
Va sottolineato altresì il nostro impegno nella negoziazione sociale con i Comuni, per garantire servizi inclusivi che rispondono alle esigenze dei cittadini più fragili. Da notare che ora è possibile visualizzare gli accordi con i Comuni anche sulla stessa Calcolatrice dei Diritti.
Ora vorrei esprimere alcune riflessioni su ciò che ha reso il nostro lavoro ancora più complesso e impegnativo.
Questo governo dichiara di voler tutelare le famiglie, ma ignora chi non ha accesso a un lavoro dignitoso, chi è costretto alla precarietà o non può permettersi di formare una famiglia a causa della crisi economica. Le persone fragili, disabili, i non autosufficienti, lavoratori sfruttati e sottopagati, famiglie e pensionati con redditi insufficienti, sono lasciate indietro, senza una rete di protezione adeguata.
Queste decisioni irresponsabili stanno ampliando le disuguaglianze, spingendo sempre più persone verso la povertà.
Vorrei concludere con un mio pensiero…. non riesco a spiegarmi perché queste persone non scendono in piazza a manifestare ed a urlare il loro dissenso.
Noi, come SPI dobbiamo farlo e lo faremo.
È tempo che il Governo ascolti il grido di chi è stato dimenticato e si assuma le sue responsabilità, dobbiamo lottare per costruire un vero sistema di protezione sociale, non possiamo permetterci di farci dire ancora “voi dov’eravate”.
Vi ringrazio per l’attenzione.
W la CGIL, W lo SPI